CLIMATE CHANGE: UNA CORSA CONTRO IL TEMPO
- luzimpiantimarketi
- 23 gen 2023
- Tempo di lettura: 2 min
È uscito il nuovo documento, sintesi su quanto sono diligenti i paesi rispetto ai loro doveri climatici, denominato Climate Change Performance Index 2023.
Vediamo come il nostro paese, in sostanza, non è stata molto impegnata nella lotta contro il cambiamento climatico, infatti rispetto all’anno precedente, il 2021, ha guadagnato solamente una posizione passando da trentesima a ventinovesima. Secondo Legambiente “a pesare sul risultato italiano sono principalmente il rallentamento nello sviluppo delle rinnovabili e una politica climatica ancora inadeguata per fronteggiare l’emergenza”. Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: “Serve una drastica inversione di rotta. Si deve aggiornare al più presto il PNIEC per garantire una riduzione delle nostre emissioni climalteranti, in linea con l’obiettivo di 1.5°C, di almeno il 65% entro il 2030. Andando, quindi, ben oltre l’obiettivo del 51% previsto dal PNRR e confermando il phase-out del carbone entro il 2025, senza ricorrere a nuove centrali a gas. L’Italia può centrare l’obiettivo climatico del 65%, soprattutto grazie al contributo delle rinnovabili, ma deve velocizzare sia gli interminabili iter di autorizzazione dei grandi impianti industriali alimentati dalle fonti pulite sia quelli delle comunità energetiche, causati soprattutto dai conflitti tra ministero dell’ambiente e della cultura e dalle inadempienze delle regioni”.
Nonostante infatti le numerose agevolazioni e gli incentivi, il climate change sembra ancora essere un argomento di poco interesse a molte persone, nonché comunque allo stesso stato che come già riportato, per iniziare, deve snellire l’iter amministrativo di autorizzazione per le installazioni di impianti solari fotovoltaici.
I parametri su cui si basa il rapporto infatti sono quelli stabiliti nell’Accordo di Parigi, secondo i quali, entro il 2030 deve esserci una riduzione delle emissioni di CO2 almeno del 30% e questo deve essere il frutto di un consistente sviluppo di rinnovabili ed efficienza energetica e di una politica climatica rigida.
In ogni caso, non solo l’Italia ma “nessuno degli Stati presi in considerazione dal rapporto ha infatti raggiunto le prestazioni necessarie a fronteggiare la crisi climatica e a contenere l’aumento della temperatura media globale entro la soglia critica di 1,5 C”.
Solo i paesi scandinavi sono sempre in prima linea per la lotta contro la riduzione delle emissioni di gas serra: la Danimarca e la Svezia si posizionano rispettivamente al quarto e quinto posto.
Cina e Stati Uniti invece i paesi peggiori: rispettivamente al cinquantunesimo e cinquantaduesimo posto su cinquantanove paesi totali.
Non perdere altro tempo! Il climate clock registra la mancanza di sei anni e sette mesi per arrivare al punto di non ritorno. Chiamaci subito per installare il tuo fotovoltaico.
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